La Cascina Forestina e il Parco Agricolo Sud di Milano

Dal principio degli Anni Novanta, in modo e misura crescente, la Politica agricola comunitaria ha inteso promuovere e incentivare i metodi di coltivazione a basso impatto ambientale, favorendo contestualmente ogni intervento volto a conservare o migliorare il paesaggio.

Nell’arco di un quindicennio, l’agricoltura europea si è progressivamente orientata sulle produzioni di qualità e su rinnovati ruoli imprenditoriali, rispondenti all’ormai necessaria multifunzionalità dell’azienda agricola, produttrice non più soltanto di beni, ma altresì di servizi legati, come i primi, ai pregi del territorio in cui si trova a operare.

La cura della produzione e del paesaggio, la consapevole cultura rurale e la sua identità sociale possono essere il fondamento di un nuovo ambito di attività raccolte sotto l’insegna, purtroppo spesso ingannevole, di agriturismo: ristoro, pernottamento, didattica, ricreazione e molto altro ancora.

Sono le premesse, a ben vedere, per un’intelligente continuità dell’agricoltura in Europa. La scommessa perché i giovani restino in campagna o vi ritornino. L’estremo tentativo, forse, di garantire dignità e redditività all’impresa agricola di ciascuna regione degli Stati membri: nell’identità di un mercato comune.

Chi scrive è tornato su un fondo avito del Basso milanese, caduto per più di un ventennio in abbandono, e recuperato a partire dal 1996, dunque proprio sull’onda dei richiamati indirizzi comunitari. Vi è tornato da cittadino, senza alcuna esperienza specifica, per diventarvi coltivatore diretto e imprenditore agricolo, come il proprio nonno materno, morto nel 1968 e già conduttore di quel fondo e di altri più vasti all’intorno.

La fisionomia e l’ambito dei terreni in oggetto ne suggerivano immediatamente il destino: una corte lombarda in miniatura, sedici ettari di seminativi irrigui contornati da altrettanti boschi planiziali, siepi, filari, fontanili.

La Cascina Forestina, fra Cisliano e Corbetta, poteva ben essere una piccola azienda agricola biologica in Provinciadi Milano, anzi all’interno del Parco Agricolo Sud Milano che la inserisce segnatamente in una Zona di interesse naturalistico (art. 31 PTC), data la presenza del millenario Bosco di Riazzolo.

L’introduzione dei metodi dell’agricoltura biologica (Reg. CEE 2092/91, organismo di controllo: Ecocert Italia) e l’adesione alle relative misure agroambientali comunitarie (Reg. CEE 2078/92) hanno da subito offerto all’azienda agricola incoraggianti contributi a fondo perduto, destinati alle tecniche di coltivazione, alla cura e all’incremento di siepi e filari nonché all’attivazione di sentieri didattici. La stessa superficie boschiva veniva allora recuperata e migliorata nei suoi aspetti autoctoni, grazie a paralleli sostegni comunitari (Reg. CEE 2080/92).

L’allineamento alle direttive europee favoriva anche l’Aiuto di primo insediamento per i giovani imprenditori agricoli (Reg. CEE 2328/91), orientando ormai l’azienda verso il Piano di Sviluppo Rurale della Regione Lombardia (Reg. CEE 1257/99, 2000 2006) nelle misure relative al miglioramento delle strutture agricole ( A 1.1) e al recupero agrituristico (P 1.16): nuove rimesse, granai, magazzini e contestualmente il ripristino degli edifici rurali esistenti per la didattica, il ristoro e il pernottamento, nel richiamato quadro multifunzionale della nuova impresa agricola europea.

Ebbene, tutte le tappe di questi indirizzi comunitari si sono intrecciate fin dal principio con la normativa e le finalità del Parco Agricolo Sud Milano, secondo una preziosa integrazione di ricerca, vantaggi e opportunità: attività dimostrative circa i metodi dell’agricoltura biologica (Reg. 2078/92), cantieri didattici per le tecniche di miglioramento boschivo, censimenti floristici e faunistici, campionamento dei fontanili, reintroduzione di specie anfibie a rischio di estinzione (Pelobate insubrico e Rana di Lataste) e ambientamento di fauna pregiata (Stazione LIPU per rapaci notturni), educazione ambientale per le scuole di ogni ordine e grado, campagne universitarie e campi di volontariato internazionale (Legambiente).

Il rapporto si è svolto attraverso accordi di collaborazione o specifiche convenzioni, spesso in programmatica continuità rispetto agli aiuti comunitari (è il caso del cantiere didattico boschivo 1999-2000 seguito ai finanziamenti del 1998 previsti dal Reg. CEE 2080/92).

In ogni caso si è sempre procurato di raggiungere e assicurare risultati durevoli nell’ambito naturale e rurale o di fissare documentalmente l’itinerario educativo,come per la mostra fotografica e descrittiva “Il sentiero fiorito” (Corbetta, Sala delle Colonne, 6-13 aprile 2003), illustrante la ricchezza del sottobosco planiziale e destinata alle scuole elementari e medie dei comuni del Parco (quindi allestita a Milano proprio in occasione del Seminario scientifico internazionale “Les espaces naturels péri urbains et la ville durable”, tenutosi lo scorso ottobre nell’ambito d’iniziativa europea interregionale III B).

Quest’ultimo progetto, realizzato dall’opera concorde del Parco e del privato, assume, in tal senso, un rilievo simbolico utile a riassumere quanto detto più sopra: un bosco oggetto di ricerca universitaria e di cure migliorative aziendali, diviene luogo di educazione ambientale, nel quadro degli aiuti comunitari e del sostegno del Parco, secondo una circolazione di valori capace di ricongiungere cultura urbana e territorio rurale: dall’Europa a Riazzolo, da Riazzolo a Milano e ancora da Milano all’Europa.

Nell’augurio di un continuo, allargato lavoro: nell’incontro fra il Parco Agricolo Sud Milano e la Cascina Forestina.